LE AREE

Quartiere Sant’Agnese

Sant’Agnese è uno dei quartieri più antichi della città di Terni. Si trova a ridosso del fiume Serra, è cresciuto e si è popolato come un dormitorio per gli operai delle fabbriche cittadine (Acciaierie, Fabbrica d’Armi, Officine Bosco, Jutificio, Lanificio Gruber). Col tempo il quartiere è diventato multietnico e multiculturale.

È composto da due aree ben distinte: la parte con le case basse, oggetto di riqualificazione da parte del Comune di Terni nel 2000, che si sviluppa attorno alla piazza in via fratelli Moretti e la parte a fondamentale presenza di edilizia residenziale pubblica al di là di via Mauri.

“Il suo nome deriva da un Monastero che sembra fosse situato proprio in questa zona della città, e che poi fu distrutto dalle guerre medioevali che investirono Terni. 

Come d’altronde tutta la città, anche Sant’Agnese era attraversata dalle acque. Nella parte sud scorreva e scorre tuttora il torrente Serra, che a quei tempi portava sempre molta acqua. Nel periodo autunnale il suo livello aumentava anche di vari metri a causa delle grandi ed improvvise piene, che poi sfociavano nel fiume Nera. Nella parte nord-est scorrevano i canali che uscivano dall’interno delle Acciaierie sia quelli provenienti dalle Officine Bosco. In dialetto questi canali venivano chiamati: Lu Raju o lu Canale. Scorrevano affiancati, con la differenza che l’acqua del Canale scorreva più veloce, come quella incanalata sotto gli edifici delle case popolari del Bar ACI (conosciuto come RACI, allora Reale Automobil Club d’Italia).

Tutti questi piccoli corsi d’acqua finivano per uscire dalla parte esterna della porta Spoletina, oppure si diramavano in canali secondari che alimentavano i lavatoi e i mulini ad acqua della città, come la “mola” dell’olio situata dove ora è via Eugenio Chiesa, quella di via Bezzecca, dei fratelli Bizzarri e quella di San Giovannino. Nell’attuale via Bertolotti, al centro della strada, scorreva uno di essi e proseguiva dove ora di trova via Bezzecca. Questi canali, noi ragazzi li chiamavamo Forme. Molto conosciuta era la Forma de li Cavalli, cioè il canale Sersimone, che irriga ancora il lato nord della città, mentre il canale Cervino scorre nel lato sud.”
(Enio Navonni)

Il suo nome deriva da un Monastero che sembra fosse situato proprio in questa zona della città, e che poi fu distrutto dalle guerre medioevali che investirono Terni. 

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